17 dic 2009

Ecco la notizia :

Sono morti tutti e sette. Dopo tre giorni di agonia intrappolati dalle onde della mareggiata sulla spiaggia di Varano, anche gli ultimi due capodogli hanno smesso di lottare. Si erano arenati in sette venerdì scorso su quella stessa spiaggia. I più deboli tra loro hanno cominciato a spegnersi a uno a uno già dopo 24 ore dallo spiaggiamento. Gli ultimi due invece hanno resistito più a lungo, senza però riuscire a riprendere il largo. Solo altri due capodogli che erano stati avvistati in difficoltà poco distante dal luogo della tragedia sono riusciti a tornare in mare aperto. Ora si cerca di capire come fare a smaltire le carcasse di questi signori del mare che arrivano a pesare anche venti tonnellate ciascuno. Ma soprattutto si dovrà cercare di dare risposta al quesito più importante che il tragico avvenimento ha suscitato. C’è la mano dell’uomo dietro alla morte dei sette capodogli? «Dubito che si possa trattare di un evento legato a cause naturali – spiega Giuseppe Nortarbartolo di Sciara, uno dei massimi esperti mondiali di cetacei e presidente del comitato scientifico di Accombans, l’Accordo per la Conservazione dei Cetacei del Mar Nero, Mar Mediterraneo e Zona Atlantica Contigua – perché se fosse così dovremmo attenderci episodi come questo molto più frequentemente. Invece nel Mediterraneo spiaggiamenti di capodogli sono molto rari, troppo, per essere legati a fattori naturali». Per trovare le tracce di altri due eventi analoghi a quello del Gargano.bisogna infatti tornare molto indietro nel tempo, fino al 1734 quando 16 esemplari si spiaggiarono nei pressi di Mazara del Vallo, in Sicilia. Un altro episodio invece si verificò sulle coste istriane a metà dell’Ottocento. In quella occasione furono sei i capodogli che finirono in trappola.Sono molti i fattori di origine umana che potrebbero aver disturbato il sistema di orientamento di questi straordinari animali. Dalle prospezioni geologiche, fino ai campi elettromagnetici e anche ai sonar ad alta frequenza delle navi militari. Ma per questa strage, anche se ci sono molti sospettati, non c’è ancora nessuna prova di reato. «Per il momento i ricercatori, seppur tra grandi difficoltà – dice Notarbartolo – stanno prelevando campioni dei tessuti degli animali spiaggiati. In particolare verranno prelevati campioni dello stomaco e del sistema uditivo. Questo ci permetterà di capire se c’è stato qualche elemento che possa aver causato o un avvelenamento o un danno al sistema uditivo dei cetacei». La particolare attenzione dei ricercatori nei confronti dei tessuti dell’orecchio dei capodogli si spiega con la loro particolare capacità, tipica di tutti i cetacei di orientarsi in mare attraverso un particolare sistema acustico che si basa su segnali del tipo di quelli usati dai sonar delle navi e dei sommergibili. «I capodogli sono animali molto sofisticati – conclude Nortarbartolo – che comunicano tra loro attraverso un singolare linguaggio fatto a schiocchi. Per loro l’udito è un senso estremamente importante che li aiuta non solo ad orientarsi in mare e a cacciare in profondità, ma anche a comunicare con gli altri e a nuotare in gruppo. Se il loro sistema uditivo non funziona o viene disturbato da altri suoni, come per esempio quelli prodotti dall’uomo, gli animali potrebbero trovarsi in serie difficoltà». di Emanuele Perugini Il Messaggero

Sul caso dei capodogli il Ministro Stefania Prestigiacomo dice "Era stato deciso di abbreviare l’agonia dei capodogli morenti con una forma di eutanasia medica, ma purtroppo non sono disponibili in Italia dosi del farmaco indicato. Ho ritenuto e continuo a ritenere inumano farli uccidere a colpi di armi da fuoco pesanti".

Cioè non ho parole veramente...per lei è piu umano lasciarli  agonizzare 48 ore piuttosto che far finire le loro sofferenze con un colpo di fucile??? Si vede che proprio di cetacei e animali non ne sa nulla..non capisce quanto abbiano sofferto quelle povere bestie:(


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